Vigneto a Spalliera

Forma di allevamento costituita da un tronco verticale, in cui è inserito un tralcio a frutto di 8-10 gemme di lunghezza, piegato orizzontalmente lungo la direzione del filare, ed uno sperone basale di 1-2 gemme usato per il rinnovo dell’anno seguente. Vengono utilizzati pali in cemento precompresso, posti a distanze che non superano i 6 metri o pali in ferro che non devono superare intervalli tra loro di 5 metri, infissi nel terreno per almeno 70-80 cm, e una parte fuori terra di almeno 170-180 cm; il tronco verticale è alto 80-100 cm e il capo a frutto viene appoggiato ad un filo “portante”, con dimensioni che vanno da 2,00 mm fino a 3,15 mm, a seconda del materiale utilizzato. Sopra il filo “portante” vengono posizionate una o due coppie di fili, poste a distanza di circa 30-40 cm: serviranno a raccogliere la vegetazione facendola sviluppare sempre verso l’alto. In alcuni casi si può posizionare, alla fine del palo, un filo per offrire ai tralci un ulteriore appoggio (normalmente posto ad un’altezza di circa 1,80 mt). Un’ulteriore crescita dei germogli può essere controllata eseguendo la cimatura. Le operazioni meccaniche possono essere applicate con buoni risultati: cimatura dei tralci, legatura dei tralci e vendemmia sono operazioni facilmente eseguibili, mentre la potatura invernale risulta impossibile da meccanizzare: si troncherebbe il tralcio fruttifero dell’anno seguente.


Forma di allevamento costituita da un tronco verticale, in cui è inserito un tralcio a frutto di 8-10 gemme di lunghezza, piegato orizzontalmente lungo la direzione del filare, ed uno sperone basale di 1-2 gemme usato per il rinnovo dell’anno seguente. Vengono utilizzati pali in cemento precompresso, posti a distanze che non superano i 6 metri o pali in ferro che non devono superare intervalli tra loro di 5 metri, infissi nel terreno per almeno 70-80 cm, e una parte fuori terra di almeno 170-180 cm; il tronco verticale è alto 80-100 cm e il capo a frutto viene appoggiato ad un filo “portante”, con dimensioni che vanno da 2,00 mm fino a 3,15 mm, a seconda del materiale utilizzato. Sopra il filo “portante” vengono posizionate una o due coppie di fili, poste a distanza di circa 30-40 cm: serviranno a raccogliere la vegetazione facendola sviluppare sempre verso l’alto. In alcuni casi si può posizionare, alla fine del palo, un filo per offrire ai tralci un ulteriore appoggio (normalmente posto ad un’altezza di circa 1,80 mt). Un’ulteriore crescita dei germogli può essere controllata eseguendo la cimatura. Le operazioni meccaniche possono essere applicate con buoni risultati: cimatura dei tralci, legatura dei tralci e vendemmia sono operazioni facilmente eseguibili, mentre la potatura invernale risulta impossibile da meccanizzare: si troncherebbe il tralcio fruttifero dell’anno seguente.

Caratteristiche:

  • ottima densità d’impianto
  • (3.500 – 5.500 piante per ettaro)
  • semplicità della struttura
  • ottima esposizione fogliare
  • buona qualità di produzione
  • buon grado di meccanizzazione
  • indicato nei vitigni a scarsa produttività basale

Tipologia di sistemazione impianto:

  • Filo portante di dimensioni maggiori (Ø 2 ÷ 3.15 mm) posto a 0,8 ÷ 1 m
  • Filo di contenimento della vegetazione minore (Ø 1.6 ÷ 1.8 mm) posto a 30 cm dal filo portante
  • Filo di sostegno tralci sulla sommità del palo e comunque a 70 ÷ 80 cm dal filo portante

Vigneto a Pergola/GDC

Forma di allevamento nata attorno agli anni ’50 negli Stati Uniti, presso la stazione sperimentale di Geneva (stato di New York): consiste nella presenza di due cortine di vegetazione che pendono parallele all’asse del filare, sostenute da bracci metallici. Negli anni ’70 l’Università di Bologna ha apportato profonde modifiche fino ad ottenere l’attuale forma di allevamento, in grado di essere meccanizzata integralmente. Il Gdc è costituito da due cordoni permanenti paralleli posti ad una distanza di 1,50 mt e ad un’altezza di 1,65–1,80 mt; i cordoni permanenti portano speroni corti di 1-3 gemme destinati a generare i germogli fruttiferi concentrati alle due estremità. I pali utilizzati devono essere necessariamente in cemento precompresso, delle sezioni di 8×8 cm per i pali intermedi ed infissi ad una profondità minima di 80 cm, e di sezione 8x10x12 cm per i pali di testata, infissi ad una profondità minima di 90-100 cm. I due cordoni permanenti corrono su due fili, che misurano almeno 4,00 mm di diametro, tenuti equidistanti da braccetti autoportanti di 70 cm di larghezza ciascuno. Le due cortine di produzione devono essere nettamente separate per una corretta conduzione di impianto; occorre perciò eseguire l’operazione di “pettinatura”, indispensabile in quanto garantisce lo sviluppo autonomo della cortina e aiuta la selezione degli speroni verso l’esterno; tale operazione viene fatta usando degli accessori applicati direttamente ai braccetti mobili.

Caratteristiche:

  • economicità negli interventi colturali, anche manuali
  • ottima produttività
  • ottima possibilità di applicare la meccanizzazione integrale
  • buona qualità del prodotto
  • vendemmia a scuotimento verticale

 

Tipologia di sistemazione impianto:

 

  • Braccetti autoportanti
  • Fili portanti Ø 4.0 ÷ 4.5 mm
  • Filo secondario di sostegno piante Ø 2.6 ÷ 3.15 mm
  • Tutori di sostegno in ferro o bamboo

Vigneto a Cordone libero

Forma di allevamento costituita da un cordone permanente orizzontale posto ad un altezza di 1,60–1,65 mt, sul quale vengono lasciati speroni corti (2-3 gemme) orientati rigorosamente verso l’alto e destinati ad originare i germogli fruttiferi. La forma non prevede fili di sostegno superiori di raccolta della vegetazione, quindi va utilizzato con vitigni che hanno comportamento di germogli assurgente. Vengono utilizzati pali in metallo o in C.A.P. posizionati ad un massimo di 6,00 mt e infissi nel terreno almeno per 70-80 cm. Sulla sommità dei pali viene fatto scorrere un filo del diametro di 4,00-4,50 mm, che deve sostenere completamente il peso del vigneto. Il cordone libero si presta ottimamente alla meccanizzazione, consentendo l’esecuzione di tutte le operazioni colturali. In particolare, eseguendo una modifica alla struttura, si può rendere il cordone“mobilizzato” in modo da consentire la raccolta a scuotimento verticale anziché quella a scuotimento orizzontale.

Caratteristiche:

  • semplicità degli impianti
  • economicità della struttura
  • eliminazione totale di legature
  • buona qualità di produzione

Tipologia di sistemazione impianto:

  • Filo unico portante (Ø 4 ÷ 4.5 mm) posto a 1,60 ÷ 1,65 m
  • Tutori di sostegno piante in ferro o canna di bamboo